CREDITO E IMPRESA: DOPO LA PANDEMIA NECESSARIA UNA NUOVA VALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO

La progressiva riduzione delle misure di sostegno pubblico alla liquidità e al reddito che hanno tenuto in vita molte aziende durante l’emergenza Covid, unitamente alla ripresa dell’attività di riscossione e accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria (https://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/370547/riscossione-rate-cartelle-elenco-scadenze-di-fine-ottobre-2021.html), potrebbero determinare nel breve periodo un aumento delle imprese in difficoltà dal punto di vista finanziario e condizionare la loro puntuale capacità di pagamento delle fatture commerciali.

Infatti se da un lato molte aziende hanno già recuperato i livelli di fatturato e di redditività del periodo pre-Covid, altre realtà aziendali in questo momento stanno attuando anche robusti processi di ristrutturazione dei loro modelli di business.
In questo numero di CRM prendiamo in considerazione due scenari che possono alterare la capacità finanziaria dell’azienda: il primo è rappresentato dalla rottura delle catene di fornitura (c.d. supply-chain) ed il secondo dall’impatto del costo dell’energia a fronte dei rincari di queste ultima settimane.

LA ROTTURA DELLE CATENE DI FORNITURA: IN AUMENTO I RISCHI DI DISEQUILIBRIO FINANZIARIO.
Quello rappresentato dalla riduzione degli aiuti alle imprese non è l’unico dei fattori di rischio per le aziende e per la loro solvibilità. La rottura delle catene di fornitura (https://www.affarinternazionali.it/2021/10/perturbazioni-e-rischi-di-interruzione-nelle-catene-globali-del-valore/) potrebbe mettere a serio rischio l’equilibrio finanziario di molte attività che da questo punto di vista solitamente potevano definirsi solide ed affidabili.

Vediamo perché.

MATERIE PRIME ALLE STELLE, RINCARO DEI TRASPORTI E RITARDI NELLE CONSEGNE.
Fino ad oggi il 2021 è stato caratterizzato da violenti e imprevisti aumenti nei pressi delle materie prime oltre che dalla carenza di alcuni componenti chiave delle filiere industriali, dall’aumento del costo dei trasporti e da problemi di logistica.
Riguardo il fronte dei rincari delle commodities un quadro esauriente lo ha offerto lo scorso luglio il Focus Materie Prime di Anima Confindustria (https://www.impresedilinews.it/anima-confindustria-meccanica-focus-materie-prime/) che ha evidenziato come negli ultimi 12 mesi il petrolio è aumentato del 248% orientando al rialzo sia i costi elettrici (+365%), sia quelli del gas naturale (+545%).

Fanno impressione anche gli aumenti dei polimeri: polietilene fino al 160%, polipropilene fino al 123%.
Nel settore metallurgico (aumenti medi del 90%) spiccano lo stagno (+142%), il rame (+120%) e l’alluminio (+75%), mentre nel comparto siderurgico non si fermano gli eccezionali incrementi dei coils a caldo (+200%) e delle lamiere (+234%).

PERCHE’ I PREZZI DELLE MATERIE PRIME SONO SALITI ALLE STELLE?
La semplice regola sui prezzi delle materie prime è ben spiegata nella situazione attuale: i prezzi aumentano con l'aumentare della domanda o anche quando si verifica un calo delle scorte della commodity.

La pandemia ha innescato entrambe le dinamiche.
Le principali società produttive e commerciali di commodity, guidate dall’incertezza dei mercati, hanno rallentato la produzione, alleggerendo i magazzini e generando di fatto una diminuzione di offerta e conseguentemente il rincaro dei prezzi.

IL RINCARO DELL’ENERGIA CREA NUOVE SITUAZIONI DI RISCHIO DI CREDITO.
Il rincaro della bolletta energetica mette a rischio non solamente la ripartenza, ma addirittura la sopravvivenza di alcune aziende del comparto materiali da costruzione”.

L’allarme è stato lanciato qualche settimana fa da Alex Luci, alla guida del Gruppo Materiali da Costruzione in Confindustria Udine: “Stiamo monitorando con preoccupazione l’escalation congiunturale dei prezzi delle principali commodity - conferma Luci. Tra questi c’è sicuramente il prezzo dell’energia elettrica. I costi energetici infatti hanno una rilevanza particolarmente forte per motivi facilmente intuibili: energia elettrica e gas metano (che viene utilizzato in maniera massiccia anche per la produzione di energia elettrica).”

L’IMPATTO DEI COSTI ENERGETICI SULLE AZIENDE.
I costi energetici hanno infatti una rilevanza particolarmente incisiva per motivi facilmente comprensibili: sono indispensabili per le produzioni manifatturiere e colpiscono quindi in maggiore o minore misura tutte le aziende con effetti a cascata sulle relazioni commerciali all’interno delle filiere e sul prezzo finale dei beni.
Come fare a convivere con questi nuovi ed imprevisti rischi dal punto di vista del credito e cosa possono fare le PMI per proteggere l’esposizione verso i propri clienti relativamente al fido commerciale concesso?

E’ ESSENZIALE INTERCETTARE IN ANTICIPO I SEGNALI DI SQUILIBRIO FINANZIARIO DEL CLIENTE.
A fronte di cambiamenti così veloci e incisivi vissuti da molte realtà aziendali, prevale l’esigenza monitorare la situazione delle proprie controparti commerciali al fine di accertare le variazioni modifiche del merito creditizio.

NECESSARIA L’EVOLUZIONE DEI MECCANISMI DI VALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO.
Il convegno “Oltre la crisi: il finanziamento della ripartenza” organizzato da ACB Group in collaborazione con il Sole 24 Ore, tenutosi a Milano lo scorso 28 Ottobre, ha evidenziato come sia necessaria una valutazione del merito creditizio “valorosa” che tenga conto di tutti quei valori “non espressi direttamente dai dati contabili e neppure extracontabili” come ha affermato Andrea Bonechi di ACB Group. “Pensiamo a due imprese - ha detto ancora Bonechi - con un portafoglio clienti molto concentrato e l’altra con un portafoglio clienti più omogeneamente distribuito, ma uguali sotto tutti gli altri profili. Non possono avere lo stesso valore. Eppure i multipli così come altre tecniche di valutazione, se prive di adeguata analisi fondamentale non coglierebbero la differenza” (fonte: Sole 24 Ore del 29 Ottobre 2021).

Diventa essenziale per l’azienda gestire il credito cogliendo in anticipo i segnali di deterioramento degli squilibri aziendali della propria clientela e di percepire con tempestività le eventuali anomalie gestionali non conclamate, prima che la crisi aziendali si manifesti a livello finanziario e impatti in maniera irreversibile sulla capacità del cliente di fare fronte ai propri impegni.
In questo contesto monitorare la situazione finanziarie e operativa dei clienti consente di individuare tempestivamente le variazioni che denotano le criticità, consentendo di adottare misure tempestive per tutelare la propria impresa.

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