ACCETTARE L’INCARICO PROFESSIONALE? Pubblicate le 14 regole tecniche che l’avvocato è tenuto ad osservare.

Newsletter del 16 Ottobre 2019

Lo scorso 20 settembre il Consiglio Nazionale Forense, in qualità di organo di autoregolamentazione, ha approvato le 14 regole tecniche anti-riciclaggio, immediatamente operative, che indicano le misure da adottare a carico del professionista per essere al passo Legge 231/2007 in materia di anti-riciclaggio.
Le 14 regole tecniche chiariscono l’insieme di procedure ed elementi da considerare ai fini dell’accettazione dell’incarico.

ECCO QUALI SONO LE ATTIVITA’ ESENTI DAGLI OBBLIGHI ANTI-RICICLAGGIO: 5 LE SITUAZIONI DA VALUTARE:
Esistono operazioni maggiormente esposte ad essere impiegate per finalità illecite: anche per gli Avvocati si tratta in particolare delle operazioni di natura finanziaria o immobiliare dove, oltre ad assistere il cliente, lo supportano nella
predisposizione o nella realizzazione di operazioni riguardanti:
1) il trasferimento di diritti reali su beni immobili o su attività economiche;
2) la gestione di denaro, strumenti finanziari o altri beni;
3) l’apertura o la gestione di conti correnti, libretti di deposito e conti di titoli;
4) la costituzione di societa’, la gestione o amministrazione delle stesse;
5) la gestione o l’amministrazione di enti, trust o soggetti giuridici analoghi.

La regola tecnica n.2 indica quali sono le attività escluse dai vincoli di anti-riciclaggio:
A) la consulenza stragiudiziale, avente ad oggetto atti e negozi di natura non patrimoniale.
B) le attività di assistenza, difesa e rappresentanza del cliente in giudizio avanti a qualsivoglia Autorità giudiziaria o arbitrale, incluse la mediazione e la negoziazione assistita e ogni attività a queste prodromica o conseguente, comprese conciliazioni e transazioni;
C) amministratore di sostegno, tutore e curatore delle persone fisiche;
D) arbitro rituale o irrituale, curatore fallimentare, commissario giudiziale, custode giudiziario e delegato di Società.


VALUTAZIONE E AUTOVALUTAZIONE.
Quando l’incarico professionale rientra fra quelli che richiedono l’adempimento degli obblighi anti-riciclaggio, l’Avvocato adotterà una serie di misure organizzative in grado di definire il profilo di rischio del Soggetto, sia esso Persona o Azienda.
Sarà necessario redigere il documento di auto-valutazione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, facendo molta attenzione ai fattori di rischio associati alla tipologia di clientela, all’area geografica di operatività, ai canali distributivi e ai servizi offerti. A seguito di una prima valutazione, l’Avvocato potrà giungere all’individuazione di un rischio basso, oppure rilevare un rischio medio o alto.
In questi casi, incide la possibilità di ottenere altre informazioni sulle attività dell’Azienda o il profilo della Persona , con dati storici riguardanti le attività intraprese, la situazione finanziaria, gli aspetti patrimoniali.
Tali attività raggiungono un’alta efficacia laddove sia possibile incrociare i dati ufficiali di natura camerale e pregiudizievole, con una serie di informazioni deducibili sia da fonti aperte che tramite attività approfondite.
A fronte di una completezza del set di informazioni, il professionista potrà procedere all’avvio del rapporto, pur sempre nei termini descritti dalle 14 regole tecniche.

Il Consiglio Nazionale Forense suggerisce agli avvocati di servirsi, nell’organizzazione della propria attività professionale, di quegli strumenti funzionali ad una corretta gestione del rischio che comprendano:
1) la stesura di un documento di “autovalutazione”;
2) l’introduzione nelle dinamiche quotidiane dello Studio Legale , di procedure per la profilazione e l’accertamento del rischio legato al profilo-cliente.


IN CONCLUSUONE:
Il CNF, pur riconoscendo le diverse tipologie di rischio fronteggiate dagli Studi Legali durante la propria attività, ritiene che imporre un modello predefinito risulterebbe di scarsa utilità.
Saranno quindi gli stessi avvocati a definire le specificità delle procedure da adottare nel proprio studio legale, in funzione della tipologia di clientela e di operazioni. Appare chiaro che alcuni Studi Legali risulteranno sottoposti più frequentemente agli adempimenti antiriciclaggio in funzione di AREA DI ATTIVITÀ, TIPOLOGIA DI CLIENTELA, SERVIZI OFFERTI.

In questi casi, la normativa già applicata ad altri Soggetti tradizionalmente tenuti agli obblighi AML, è in grado di fornire indicazioni utili ed efficaci:
- effettuare verifiche che siano realmente in grado di accertare effettivamente, non solo formalmente la
coerenza tra profilo del soggetto e del servizio richiesto
- considerare sempre le persone esposte politicamente (pep e pil) come soggetti ad alto rischio
- attribuire un indice di rischio, anche tramite valutazione di soggetti specializzati
- verificare il rischio tramite un’analisi ragionata e non tramite check da banche dati.
- essere dotati di strumenti adatti a condurre l’attività di verifica

Per responsabilizzare la categoria dei professionisti , ad essere puniti non saranno solo coloro che commettono il delitto (art.648 ter Codice Penale) , ma anche coloro il cui lavoro ha in qualche modo a che fare con la gestione del denaro o dei beni immobiliari.


A fronte di una normativa già definita e della volontà di applicazione da parte delle Autorità, Cheope Risk Management presenta la possibilità di avere un supporto efficace e agile , adatto a condurre le attività di verifica standard o rafforzata.

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Oggi il fenomeno del riciclaggio non è legato solo a spalloni, loschi malavitosi e denaro sotto il cuscino: il fenomeno è attuato con ogni nuovo mezzo disponibile, anche i videogame.

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